Addio al Pra: pronto il decreto con il Documento unico di circolazione

Addio al Pra: pronto il decreto con il Documento unico di circolazione

Giuseppe Latour

Va in pensione a quasi 90 anni il registro gestito dall’Aci. Pronto il decreto attuativo della riforma Madia

Addio ai certificati di proprietà dei veicoli, arriva il documento unico di circolazione, che ingloberà anche la carta di circolazione, al costo totale di 29 euro. Ma non solo. Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio accelera sul decreto che servirà a mandare in pensione il pubblico registro automobilistico, nella sua forma attuale. Il Pra confluirà sotto l’ala del ministero delle Infrastrutture, che lo gestirà tramite un ente nuovo di zecca: l’Agenzia per il Trasporto stradale, che si occuperà di tutti i rapporti con i cittadini quando si parla di trasferimenti di proprietà, fermi amministrativi, patenti, riscossione delle imposte.

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E, a valle di questa operazione, l’Aci dovrà rivedere il suo perimetro, riducendo il proprio personale, per equilibrare la perdita di competenze. Sono i molti ingredienti contenuti nel decreto attuativo della riforma della Pa, al quale il Mit sta già lavorando con la Funzione pubblica e il Dipartimento affari legislativi di Palazzo Chigi. La riforma del Pra, tentata da molti Governi e mai riuscita, sta finalmente per decollare. Il suo approdo in Consiglio dei ministri è previsto per ottobre.

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Via al Documento unico di circolazione

La data da segnare sui calendari di tutti i proprietari di automobili e moto è il primo gennaio del 2016. Da questo momento saranno “trasferite al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le funzioni svolte dal Pubblico registro automobilistico”. L’Archivio nazionale dei veicoli, tenuto presso la Motorizzazione civile, sarà integrato con una sezione contenente i dati relativi alle vetture. Sei mesi dopo, il primo luglio, ci sarà la seconda rivoluzione: il certificato di proprietà andrà in pensione, per essere sostituito dal documento unico di circolazione, che ingloberà anche la carta di circolazione. Per la sua emissione sarà pagata una tariffa di 29 euro, che sostituirà gli attuali costi di iscrizione al Pra e all’Archvio nazionale dei veicoli.

Nasce l’Agenzia per il Trasporto stradale

Per mandare a regime il nuovo sistema, poi, sarà fondamentale un nuovo soggetto: l’Agenzia per il Trasporto stradale. Avrà sede a Roma e sarà un ente autonomo sotto il profilo giuridico e patrimoniale, ma vigilato dal ministero delle Infrastrutture.

Prenderà in carico tutte le nuove competenze del Mit sul fronte dei veicoli e sarà “l’organo dello Stato deputato all’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese” in materia di circolazione, sicurezza e trasporto stradale di persone e di cose. Dal primo luglio del 2016 prenderà in carico il Pra e gestirà procedure come le iscrizioni e i rinnovi, le trascrizioni dei trasferimenti di proprietà, le iscrizioni di ipoteche, i fermi amministrativi, la riscossione dell’Ipt.

Si occuperà anche di altre questioni collegate, come l’omologazione dei veicoli, i dispositivi di controllo e regolazione della circolazione,

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il rilascio e l’aggiornamento delle patenti.

Costo zero per le casse dello Stato

Una volta costituito questo soggetto, il Mit dovrà definire ogni tre anni gli indirizzi e le linee guida dell’Agenzia. La nuova struttura avrà un direttore generale, un comitato di indirizzo composto da quattro membri, un collegio dei revisori dei conti. Per completare il quadro, personale del Mit sarà trasferito all’ente, in proporzione al passaggio di competenze. Ancora non è stato fissato il perimetro massimo della sua pianta organica. Resta, comunque, il vincolo di non portare nuovi oneri alla finanza pubblica. L’Agenzia, infatti, si finanzierà con tariffe e proventi derivate dalla sua attività.

Cura dimagrante per l’Aci

La rivoluzione, però, comincerà prima del 2016. Entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto l’Aci, che attualmente gestisce il Pra, dovrà avviare il trasferimento di tutte le informazioni (sia in cartaceo che in digitale) presenti nella sua immensa banca dati. A valle di questo passaggio, l’Automobile club dovrà provvedere “alla riorganizzazione del personale e alla contestuale riduzione della pianta organica”, oltre alla ridefinizione dei rapporti con le sue società partecipate.